Yoga per persone disabili e/o malate croniche, e per la salute mentale
Yoga per persone disabili e/o malate croniche
Chi ha una disabilità è spesso escluso da tante, troppe cose. Anche dallo yoga.
Per curiosità ho fatto un piccolo sondaggio in un gruppo di persone con disabilità e quasi tutt* avevano avuto una brutta, o inesistente, esperienza. Chi si è sentito rispondere che le lezioni erano possibili solo per chi aveva una disabilità intellettiva, chi si è sentito dire di fare solo yoga nidra (che non richiede movimento), chi si è vista promettere che lo yoga le avrebbe restituito la capacità di camminare… sono pochi quelli che erano riusciti a fare una pratica.
Ci vive con una condizione cronica, magari con dolore persistente, spesso ha poca energia o un’energia fluttuante. Una giornata potrebbe essere buona, un’altra potrebbe richiedere risorse difficili da trovare. Il dolore cronico può influire sul benessere mentale e sull’umore. Ci si può sentire sole, persi, affrante, incompresi (sia da chi sta intorno che, troppo spesso, dai professionisti sanitari).
E i corsi per diventare insegnanti molto spesso non preparano alla possibilità che una persona disabile faccia yoga. Temo che questa idea proprio non passi per la testa di molti. E, se anche passasse, in 200/250 ore è difficile coprire tutto. Ma cosa è davvero questo “tutto”?
La pratica può essere adattata, lavorando assieme all* student* e capendone i bisogni e le volontà. Non si decide al suo posto, non si presenta una pratica come miracolosa perché non è fatta per curare (da una parte non è yoga terapia, dall’altra l’idea che si debba curare la disabilità è abilista e a volte semplicemente impossibile nella realtà). Si usano supporti come sedia, mattoncini, bolster, coperte, cinghie, muro. Si trova un diverso orientamento per posizioni che potrebbero non essere accessibili o creare disagio o malessere. Si ascoltano e si imparano ad ascoltare i segnali del corpo e si varia la pratica seguendoli. Si tiene conto del livello di energia della studentessa, della eventuale presenza di dolore, di come le condizioni vissute influiscano sulla pratica. Si tengono in considerazione possibili comorbidità. Si crea uno spazio sicuro, accessibile, in cui tutti i corpi sono accettati, così come sono e si lavora con essi. Non contro di essi, non nonostante essi… con.
La pratica è anche possibile in caso di disabilità di tipo intellettivo, di cecità e di sordità. Queste ultime sono condizioni in cui io, personalmente, sono meno preparata, ma sono disposta a mettermi in gioco e lavorare CON voi per creare una pratica ad hoc.
Importante: è necessario scambiare due chiacchiere (o due righe) sulle necessità e le difficoltà dell* student* prima di organizzare una lezione, in modo da prepararsi al meglio e ideare una pratica che possa andare incontro alle sue volontà ed esigenze.
La lezione può avere una durata variabile a seconda delle necessità e dei livelli di energia, se fatta da soli. In gruppo, un’ora circa. Esiste la possibilità di fermarsi dopo e condividere, trovare supporto e fare rete.
Queste lezioni possono essere fatte in gruppo di persona, in gruppo online, da soli di persona, da soli online. In italiano ma anche in inglese. Interessat*?
Yoga per la salute mentale
Lo yoga non si può sostituire alla psicoterapia o alla terapia farmacologica, ma può essere un valido supporto per chi soffre di ansia, depressione, disturbi della condotta alimentare, stress, traumi e/o PTSD. Questo avviene attraverso:
connessione (con altri ma anche con sé stess*)
sviluppo dell’interocezione e della capacità di autoregolazione
presenza (ciò che in inglese viene chiamato “embodiment”, cioè essere presente nel momento e nel proprio corpo) anche mentale (quindi mindfulness)
conoscenza e accettazione di sé
compassione e sviluppo della capacità di prendersi cura di sé
esercizio fisico (e quindi, fra le altre cose, rilascio di endocrine)
Una persona depressa avrà bisogno di una pratica che inizia lentamente, con movimenti dolci, e che prosegue aumentando il ritmo e la velocità. Una persona ansiosa, al contrario, avrà tanta energia e bisogno di iniziare la pratica in modo dinamico, per poi proseguire più lentamente e arrivare al rilassamento con una riduzione dell’energia. In caso di trauma, andrà usato un linguaggio che inviti a esplorare e non dia ordini, non si toccheranno le studentesse, non si obbligherà a fare nulla né a chiudere gli occhi. La pratica avverrà in un posto il più possibile sicuro. In caso di DCA, si cercherà di insegnare gli studenti a sviluppare l’interocezione e a entrare in connessione in modo amorevole (nel tempo) con il proprio corpo.
Vivere con una disturbo psichiatrico o una difficoltà psicologica non è facile, ma lo yoga può essere d’aiuto a rendere il percorso di guarigione o le giornate (o quel momento in particolare) un po’ meno difficile.
Queste lezioni possono essere fatte in gruppo di persona, in gruppo online, da soli di persona, da soli online. In italiano ma anche in inglese. Interessat*?